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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito http://www.repubblica.it/2008-12-04 Azione civile di un gruppo di risparmiatori pugliesi contro l'agenzia Secondo l'accusa avrebbe diffuso notizie errate sulla solvibilità della banca Usa Crac Lehman, maxi causa alla S&P 'Rating sballati, ridateci 3,9 milioni' Annunciati procedimenti simili anche nei confronti di Ficht e Moody's Crac Lehman, maxi causa alla S&P 'Rating sballati, ridateci 3,9 milioni' ROMA - Trenta risparmiatori, per la maggior parte pugliesi, hanno citato al tribunale civile di Milano l'agenzia di rating Standard&Poor's, chiedendo un risarcimento di 3,9 milioni per il capitale investito nei titoli della banca d'affari Usa Lehman Brothers. I risparmiatori, difesi dai legali di Codacons, Confconsumatori e Movimento consumatori, chiedono di accertare la responsabilità della società di rating per aver diffuso e pubblicizzato informazioni errate sulla solvibilità della banca americana e per aver violato i principi e le norme di condotta a cui era tenuta. Le modalità e le finalità dell'iniziativa, che sarà presto estesa anche a Ficht e Moody's è stata presentata oggi in conferenza stampa a Bari dai presidenti regionali delle tre associazioni dei consumatori. La richiesta di risarcimento danni, hanno spiegato, sarà portata avanti dai legali nella convinzione di poter dimostrare che S&P ha garantito fino all'ultimo, insieme a Moody's e Fitch, l'affidabilità e la sicurezza totale dei titoli del gruppo Lehman. "Fino al giorno della dichiarazione di fallimento da parte del gruppo statunitense il 15 settembre 2008 - ha spiegato Antonio Pinto di Confconsumatori - nonostante il gravissimo deficit patrimoniale della società e le notizie di stampa, le tre agenzie continuavano ad applicare alla banca il rating A", ovvero un giudizio positivo. Le associazioni dei consumatori accusano pertanto S&P di "comportamento negligente e omissivo" e di avere "concorso in maniera determinante alla realizzazione dell'evento dannoso per i risparmiatori". A rendere ancora più grave la responsabilità di Standard&Poor's, secondo i legali delle associazioni, l'inserimento dei bond Lehman nella lista di titoli sicuri per gli investitori di "patti chiari", il consorzio costituito da 167 banche italiane. "L'inclusione nell'elenco - ha ricordato ancora Pinto - era previsto solo per i titoli che possedessero anche un rating elevato, almeno A-, attribuito dalle principali agenzie di rating. Se S&P avesse monitorato costantemente la situazione e attribuito a Lehman il giudizio meritato, inferiore ad A-, i bond Lehman non sarebbero entrati o, di certo, sarebbero dovuti uscire dall'elenco". Per Codacons e le altre organizzazioni, S&P avrebbe violato anche i principi italiani relativi alla diligenza professionale e il codice di condotta volontario europeo Iosco il quale, ha ricordato Pinto, "prevede che le agenzie adottino tutte le misure idonee ad evitare di divulgare analisi creditizie e rating che contengano dichiarazioni che possano risultare fuorvianti". L'agenzia di rating, ha rincarato l'accusa il presidente regionale di Confconsumatori, "non accorgendosi della reale situazione di Lehman ha reso possibile o quantomeno agevolato l'operato della banca che ha potuto continuare a operare fino al 15 settembre scorso senza problemi sui mercati finanziari italiani, vendendo titoli per circa 1,5 miliardi di euro fra obbligazioni, polizze e prodotti strutturati". Ma questa ricostruzione viene smentita dalla Standard&Poor's come "priva di fondamento". "Noi - ha chiarito un portavoce dell'agenzia di rating da Londra - ci opporremo fermamente ad essa". "I nostri rating sono opinioni sulla qualità del credito. Non sono raccomandazioni a comprare, vendere o tenere i titoli - ha concluso - e non valutano neppure l'adeguatezza di uno strumento di investimento". (4 dicembre 2008)
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